mercoledì 7 dicembre 2022

La Via dei Formaggi – Il Bastardo del Grappa della Malga Sociale Monte Asolone

 



Borghi d'Europa ha inserito la cooperativa Monte Asolone nel Percorso La Montagna dell'Informazione, per raccontare i prodotti tipici di Malga della cooperativa sociale, che opera nel settore olivicolo e in quello caseario.


Arianna si occupa dello spaccio di Pove del Grappa, ove vengono proposti prodotti lattiero caseari,insaccati,olio extra vergine di oliva e prodotti del territorio di prima qualità.


" Il formaggio Bastardo del Grappa prosotto dalla Malga Sociale Monte Asolone – racconta Arianna-,è ottenuto dalla lavorazione di latte intero di una munta e parzialmente scremato della seconda munta, proveniente dalle vacche di razza Frisona,Bruna,Pezzata Rosssa,Burlina e viene sottoposto per due volte a un leggero innalzamento della temperatura".


E' un formaggio soggetto a stagionatura breve o medio lunga. La pasta risulta semidura con presenza di rare occhiature irregolari di media grandezza,dal sapore inteso e marcato che richiama i profumi di malga e la compisizione floreale del pascolo.


E' un prodotto caratteristico e tipico del Massiccio del Grappa che per tradizione i malghesi di un tempo producevano verso il periodo di fine alpeggio per avere un prodotto da poter stagionare e consumare durante l'inverno.


mercoledì 23 novembre 2022

EUROVINUM: IL BANCO SUI NEBBIOLO DELL’ALTO PIEMONTE TARGATO GOWINE

 






Un nuovo appuntamento a Milano promosso da Gowine

Milano, 22 Novembre 2022- La produzione vinicola dell’Alto Piemonte (precisamente nelle Colline Novaresi, nella provincia di Biella e in quella di Vercelli) è di sicuro pregio, specialmente per il vitigno Nebbiolo, assoluto protagonista della zona e dotato di grande longevità e carattere.

Denominazioni di grande qualità come Ghemme Docg, Gattinara Docg, Boca Doc Lessona Doc e Bramaterra Doc sono state ben comunicate a Milano nel banco d’assaggio promosso da Gowine e dedicato alle varie interpretazioni del Nebbiolo del Nord Piemonte.

Borghi d’Europa ha partecipato a questo banco di degustazione, trovando dei rossi morbidi ed equilibrati in grande spolvero.

4 le cantine presenti all’evento targato Gowine, svoltosi all’Hotel Nh Touring: La Smeralda di Briona, che vinifica dall’annata 2020, dallo stesso piccolo Comune nel Novarese l’Azienda Agricola Vigneti Valle Roncati a conduzione familiare, poi da Ghemme Torraccia del Piantavigna, realtà vinicola esistente dagli anni ’50 ed infine, da Gattinara Travaglini, arrivata oggi alla quinta generazione nella conduzione.

Nella parte enoteca invece, sono stati trovati di spessore il Boca 2019 di Le Piane, poi il Ghemme Riserva Vigna Cavenago 2015 dell’Azienda Agricola Mirù, il Costa della Sesia Nebbiolo Castellengo 2014 di Centovigne di Cossato (Bi) ed infine il Bramaterra I Porfidi 2012 di Tenute Sella di Lessona (Bi).

Rossi decisamente di valore quelli provati al Banco targato Gowine, che testimoniano l’ottimo lavoro fatto dai vignaioli del Nord Piemonte, che sanno esaltare la varietà Spanna del Nebbiolo dell’intera area.

Evviva!

 

 

venerdì 23 settembre 2022

Milano,Vetrina del Gusto : il 2022 /23 di Borghi d'Europa e del progetto L'Europa delle scienze e della cultura

 




Riprende il cammino di Milano,Vetrina del Gusto, l'iniziativa d'informazione sviluppata dalla rete Borghi d'Europa nel quadro del Progetto L'Europa delle scienze e della cultura ( Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adratico jonica).

E' dal 2014 che Borghi d'Europa propone a Milano le esperienze di territori europei poco conosciuti, per favorirne la conoscenza e la valorizzazione, al fine di 'informare chi informa'.

Basti ricordare la presentazione della rete delle Ferrovie non dimenticate presso l'ex Stazione di Porta Romana ; la scelta nel 2018 (Anno Europeo del Patrimonio culturale) di luoghi e beni culturali ; la presentazione presso l'Ufficio di Milano del Parlamento Europeo dei 10 Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa (2019), per riprendere il filo di una storia rigorosa.

Milano,Vetrina del Gusto 2022/23 ospiterà :

-  i borghi europei ed italiani, come 'atto' in cui far confluire tutte le molteplici esperienze dei progetti territoriali ;

- la riscoperta di luoghi di una Milano poco conosciuta ;

- la riscoperta di luoghi di una Lombardia inedita.

Il progetto vuol restituire a Milano il ruolo di crocevia della cultura europea, autentica capitale dell'informazione.


venerdì 17 giugno 2022

Aquositas – La frittura di pesce in collina, alla Pizzeria Tre Stelle ad Ogliano


 


“Tra le cucine tipiche del nostro paese che utilizzano ingredienti freschi e genuini come il pesce offertoci dal mare, e riescono a dare sempre il giusto spunto per sbizzarrirsi con delle preparazioni di buona qualità, privilegiando in modo particolare la leggerezza e la freschezza nei gusti, quella della città di Venezia è ricca di interessanti specialità basate sulla materia prima che si trova in laguna. “ (https://it.myitalian.recipes/ricetta_veneta-frittura_alla_veneziana.htm)


                                                   Lo scartosso del Vecio Fritoin a Venezia


Margherita Maggio in 2Night suggerisce un percorso per mangiare le migliori fritture del Veneto(https://2night.it/c18020-/ti-porto-mangiare-le-fritture-di-pesce-migliori-del-veneto.html ) :

'Ma tu prometti di usare le mani!', suggerisce con decisione.


Un ottimo indirizzo per degustare la frittura di pesce in collina, è ad Ogliano (Conegliano).

Normalmente non ci fidiamo molto delle pizzerie che propongono anche il pesce. Alla Pizzeria

Ristorante Tre Stelle è tutta un'altra storia.

Sara sceglie il pesce di buon mattino in una pescheria locale, con l'occhio di chi sa cosa vuole.

Il risultato è una frittura di pesce leggera, croccante, sapida, davvero un piccolo capolavoro.

La famiglia ha origine dalla Costiera Amalfitana, luogo, anch'esso, di bellezze e gusto senza pari.



Antonella Pianca, giornalista e Degustatrice AIS, ci ha proposto come accompagnamento enoico il boschera del dott.Alessandro Winkler di Vittorio Veneto.

Vinificato in purezza con la tecnica tradizionale della rifermentazione in bottiglia su lieviti propri, il Boschera, vitigno autoctono un tempo particolarmente diffuso nei Colli Fregonesi, ha germogliamento e maturazione tardivi, grappolo alato piramidale spargolo con acino giallo/verdognolo a buccia spessa puntinata.L'impiego di solfiti è estremamente ridotto. L'analisi multiresiduale dimostra l'assenza di tracce di prodotti fitosanitari nel vino.




venerdì 10 giugno 2022

LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA 2022/23 DI BORGHI D’EUROPA AL RISTORANTE ABITUDINI E FOLLIE DI ROMA

 

Borghi d’Europa organizza la presentazione dei programmi 2022/23 del progetto “L’Europa delle scienze e della cultura” patrocinato da IAI-Iniziativa Adriatico Jonica – Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica, a Roma, presso il ristorante e pinseria “Abitudini e Follie”.

Il ristorante si trova in zona Piazza Bologna/Policlinico, ed è un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata.

Siamo un originale coffee bar, un ristorante di qualità, un locale piacevole per pause dessert e un accogliente open pace per un aperitivo o una degustazione di vini” ci spiega Francesca, una dei titolari.

In questo contesto si terrà la conferenza stampa/degustazione di Borghi d’Europa, che prevede, fra gli altri temi, anche un simpatico confronto fra Porchetta di Ariccia e Porchetta Trevigiana, che saranno utilizzate nella farcitura della Pinsa romana.

Emanuele Spader, il ‘Virgilio’ de “La via dei Norcini”, titolare dell’omonimo Salumificio di Mosnigo, proporrà e racconterà la propria Porchetta Trevigiana.

LA PORCHETTA TREVIGIANA

Come specialità locale, la porchetta nasce solo nel 1919, tenuta a battesimo da Ermete Beltrame nella sua birreria sotto il Palazzo dei Trecento a Treviso. La porchetta trevigiana, da considerarsi quindi una preparazione moderna, è molto diversa dalla ricetta del centro Italia. Si presenta, come una specie di prosciutto ottenuto da un maiale che abbia meno di un anno; può essere con ossa o disossata, ma sempre a forma cilindrica.

Presenta internamente una colorazione bianchiccia, con delle parti in cui è evidente la speziatura, mentre esternamente si presenta dorata.

È molto fragrante, saporita e gustosa e può essere arricchita di altri sapori

A soddisfazione dei buongustai ricordiamo che la porchetta non è un alimento grasso, poiché nella fase di cottura i grassi vengono sciolti dal calore e raccolti in leccarde o in speciali vaschette. Una volta pronta, la porchetta va servita fredda e, nonostante sia (come deve essere) priva di additivi e conservanti, rimane saporita e fragrante almeno per due settimane se mantenuta in luogo refrigerato.

LA PORCHETTA DI ARICCIA IGP

La Porchetta ad Ariccia vanta una tradizione millenaria, presumibilmente risale all’ epoca preromana e alla popolazione dei Latini. Infatti, non solo si attribuisce ad Ariccia l’usanza di offrire le carni suine in sacrificio agli dei, ma si ritiene anche che, grazie alla presenza della nobiltà romana – che era solita trasferirsi ad Ariccia per la stagione estiva o per organizzare battute di caccia – si sia potuta sviluppare quella maestria artigiana nel preparare la porchetta che continua a tramandarsi nelle famiglie ariccine di padre in figlio.

La Porchetta di Ariccia IGP, di forma cilindrica, è caratterizzata da una crosta croccante di colore marrone. La carne è di colore bianco-rosa, inframmezzata dal marrone delle spezie. Al gusto si presenta molto saporita grazie alla presenza di rosmarino, aglio e pepe nero.

Le carcasse vengono disossate manualmente, asportando la carne in eccesso; successivamente si procede alla salatura con sale marino; seguono le fasi di riposo e di massaggio manuale per eliminare l’eventuale sale che non sia stato assorbito dalla carne.

Si procede quindi alla speziatura con aglio, rosmarino e pepe nero, in polvere o macinato grossolanamente. Prima della cottura la porchetta viene legata con uno spago in modo da mantenere la compattezza originaria. La cottura dura dalle tre alle sei ore, ad una temperatura compresa fra 160 e 280°C. Dopo essere stata sfornata viene posta nei locali di raffreddamento.

LA PINSA ROMANA Un alimento moderno, dalle radici antiche

Si tratta di una preparazione diventata famosa da poco tempo, ma che vanta origini antichissime. Risale niente meno che alle “mense” degli antichi romani, di cui parla Virgilio, dicendo che Enea, appena arrivato nel Lazio, fu costretto dalla fame a cibarsi delle mense.

Queste erano dischi di pasta di pane non (o pochissimo) lievitato, che servivano, come piatto ai soldati al campo o anche, nel periodo imperiale, come vassoi per mangiare, distesi sul triclinio, particolarmente i cibi sugosi. Questi “piatti” venivano poi dati da mangiare agli schiavi.

Col passare del tempo, queste mense vennero usate anche come “street food” per mangiare quando si era fuori casa e divennero sempre più lievitate e quindi adatte ad essere degustate, assieme ai cibi che vi si poneva sopra.

Ancor oggi si riscontrano precise eredità gastronomiche di questi usi, non solo nella Pizza Napoletana e nella Pisa Romana, ma anche nelle Piadine Romagnole e le Tigelle in uso nell’Appennino fra Modena e Bologna ed in tanti altri cibi tradizionali di quasi tutte le regioni d’Italia.

Le caratteristiche che distinguono la Pinsa Romana dalla Pizza Napoletana, sono innanzi tutto le dimensioni più ridotte e la forma ad elisse della prima, che predilige l’uso di nuove farine e cereali, come il kamut, ma anche orzo, farro e miglio soia e riso, e l’aggiunta di erbe aromatiche selvatiche.

La Pinsa prevede un apporto maggiore di acqua, e una percentuale più bassa di lievito, risultando così più digeribile e meno calorica, grazie anche alle lunghe lievitazioni (minimo 24 ore), all’alta idratazione dell’impasto (80% di acqua), al mix di farine, alla presenza di lievito madre, all’assenza di grasso animale ed all’impiego di una quantità limitata di olio. La morbidezza dell’interno della pinsa è frutto soprattutto della farina di riso, a cui spetta il compito di “fissare” l’acqua versata nell’impasto durante la cottura.

Un cibo dunque dalle caratteristiche assai interessanti, che merita di essere degustato, assieme agli alimenti che la nostra fantasia ci suggerirà di porci sopra. Vinca il migliore!

Gianluigi Pagano

domenica 20 marzo 2022

La Via dei Norcini - ARIA DI SAN DANIELE IN TUTTA ITALIA

 


 


Il Prosciutto di San Daniele, pur essendo delizioso, non è conosciuto come merita in tutta Italia; è per questo che il Consorzio ha deciso negli scorsi anni di organizzare una serie di iniziative promozionali, che nel 2022 avranno un grande rilievo, interessando tutta Italia.



Il Prosciutto di San Daniele nella tradizionale morsa.

Si incomincia con Roma, e non poteva essere altrimenti, non solo in omaggio al ruolo di Capitale d’Italia della città, ma anche perché è una specie di crogiuolo in cui si fondono tutte le culture gastronomiche italiane da quella Abruzzese, con cui la città ha sempre avuto contatti più stretti, a quella Lombarda o Siciliana.

Il Maiale rappresenta senz’altro uno dei protagonisti della cucina romana, come attestano anche Poeti Romani Doc, come Belli e Trilussa e soprattutto l’anonimo autore de: ”L’uccisione d’un Porco Eroe”; tuttavia non vi sono in Regione importanti tradizioni produttive di Prosciutto, eccetto quello cotto di Cori e quello leggermente affumicato di Bassiano; pertanto l’incontro di Prosciutto di San Daniele e Cucina Laziale si prospetta assai interessante.

Nel mese di marzo dunque ben sei locali, di diverso carattere e dislocati in vari punti della città, proporranno il Prosciutto di San Daniele e sarà interessante vedere come ognuno lo presenterà in maniera differente.

I locali interessati sono:

Magazzino Scipioni Mart. 22 marzo, h. 18,30

Luce Experience  Merc. 23 marzo, h. 19

ERCOLI 1928 – Trast. Giov. 22 marzo, h. 19

Heco | Trastevere Lun. 28 marzo, h. 19

Heco | E.U.R. Mart. 29 marzo, h. 18,30

L'Angolo Divino Merc. 30 marzo, h. 19


Facendo una visita in anteprima, mi sono recato al Magazzino Scipioni: un vecchio magazzino e prima ancora una torrefazione, in uno stabile anni Venti, vicino ai Musei vaticani, ora riportato alla sua struttura essenziale e originale.

Oggi è una moderna enoteca, un Wine-bar che grazie a centinaia di etichette selezionate racconta l’Italia, la Francia e molte altre terre ancora. Assieme a tanti vini in mescita offre una proposta gastronomica che valorizza, anch’essa, i territori.

Mi ha accolto il titolare Filippo Fazioli che mi ha suggerito un risotto Carnaroli con asparagi locali, che accompagnava deliziosamente il prosciutto di San Daniele croccante, ; per l’abbinamento, la dovizia di ottime proposte mi ha messo un po’ in imbarazzo, ma poi ho scelto un’ottima Vernaccia di Pergola “Vernaculum Bio” della Fattoria Villa Ligi di Stefano Tonelli nelle Marche.

Si tratta di un Rosso da Aleatico marchigiano di lunga tradizione, dal palato fresco e secco con delicata frutta rossa di bosco al naso: veramente un’ottima scelta.

Rassicurato dall’ottima possibilità riscontrata di matrimonio d’amore fra Prosciutto San Daniele e tradizioni romane, sono tornato nella natìa Bologna soddisfatto.

Gianluigi Pagano




martedì 22 febbraio 2022

GrandiStoriediPiccoliBorghi : La Sinistra Piave nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI)

 La Sinistra Piave è l'area geografica compresa tra i corsi dei fiume Piave e Livenza, corrispondente alla parte orientale della provincia di Treviso (esclusa Meduna di Livenza) più, per estensione, una parte della provincia di Belluno e della città metropolitana di Venezia.


Sinistra Piave alta

La parte più settentrionale della Sinistra Piave si estende tutta in provincia di Belluno, più precisamente nella popolosa Valbelluna, e, lungo la strada provinciale 1 (detta appunto Sinistra Piave perché costeggia il fiume da quel lato), comprende i comuni di Vas, Lentiai, Mel, Trichiana, Limana e parte del territorio comunale della città di Belluno. Questo territorio, che custodisce con scrupolosa cura luoghi e sentieri particolarmente cari allo scrittore Dino Buzzati, si stende dalle rive del Piave fino alle cime delle prealpi bellunesi, segnando il confine con le Dolomiti meridionali.


I cinque comuni della Valbelluna, unitamente ai comuni trevigiani di Segusino, Valdobbiadene e Vidor, costituiscono il territorio denominato "Foresta Regionale della Sinistra Piave" lungo la dorsale del Monte Cesen - Col Visentin, sito di interesse comunitario per le sue caratteristiche ecologiche e naturalistiche.


Già nell'antichità, qui il Piave segnava il confine tra le genti venete (in sponda sinistra) e i Reti del Feltrino (in sponda destra), di cultura trentina. Analoga suddivisione si riscontra nella X Regio augustea fra la tribù Papiria (Belluno e Oderzo) e la tribù Menenia (Feltre e Vicenza). Nel VI secolo la Sinistra Piave divenne l'estrema difesa bizantina contro l'invasione dei Longobardi che, due secoli dopo, la utilizzarono a loro volta contro i Franchi. Con l'introduzione dei vescovi-conti, la zona entrò a far parte della diocesi di Oderzo e poi della diocesi di Ceneda, confinante con quella di Belluno lungo il corso del torrente Limana.


Sinistra Piave bassa


Storicamente, l'area coincide con quella che in epoca romana era di pertinenza del municipium di Opitergium (Oderzo) e, con l'avvento dei Longobardi, del ducato di Ceneda. Dal punto di vista ecclesiastico la Sinistra Piave corrisponde ai territori dell'antica diocesi di Oderzo, ereditati in seguito dalla diocesi di Ceneda (oggi diocesi di Vittorio Veneto).

Tradizionalmente, le aree principali della Sinistra Piave sono quelle che fanno riferimento ai centri di Vittorio Veneto con il suo territorio montuoso e collinare, quello collinare e pianeggiante di Conegliano e la piana di Oderzo, cui si possono aggiungere, per quantità di popolazione, le zone di Pieve di Soligo e Motta di Livenza.



giovedì 20 gennaio 2022

VINO E DINTORNI: LE NUOVE PROSPETTIVE D’INIZIO 2022 DELL’AGRICOLA MARRONE DI LA MORRA

 





Borghi d’Europa è tornata nelle Langhe per un’ottima degustazione dei vini dell’Agricola Marrone

 

Milano, 19 Gennnaio 2022- Comunicare in maniera corretta le eccellenze di una florida zona come le Langhe è importante per Borghi d’Europa, che infatti è tornata a La Morra, nel cuore del Barolo Docg ,per una nuova entusiasmante degustazione dei vini dell’Agricola Marrone.

E’ stato anche un momento per fare quattro chiacchiere con Denise Marrone, una delle numi tutelari dell’Azienda di famiglia, riguardo al momento attuale e alle nuove prospettive per questo inizio 2022, alla luce dei rinvii di alcuni momenti fieristici importanti come Grandilanghe, per il peggioramento della situazione pandemica.

Denise Marrone è stata molto chiara, ribadendo come dopo un 2020 disastroso, l’annata 2021 ha dato dei riscontri assolutamente positivi, visto che hanno imbottigliato piano piano, per arrivare poi a vendere molto in Italia e nell’Europa del Nord (Paesi come Svezia, Norvegia, Belgio ed Olanda), nonostante un leggero calo in Germania e Svizzera.

La 2021 è stata un’annata molto calda, che nei vini si è tradotta in una perdita di cromaticità e un incremento di acidità: è stato infatti fatto un grande lavoro in vigna sulle piante per trovare acqua e freschezza, visto il molto caldo.

Un punto di forza della Cantina Marrone è la bella struttura con cucina, che offre la possibilità di mangiare piatti del territorio abbinati ai grandi vini:proprio per questo puntano molto di più sull’accoglienza di vari gruppi di turisti e winelovers esperti alzando il target di qualità, non potendo momentaneamente presenziare ad eventi del settore.

La degustazione questa volta ha visto i giornalisti di Borghi d’Europa assaggiare in ordine:

-        Langhe Doc Favorita 2020: ottimo starter, fresco e beverino.

-        Langhe Doc Arneis 2020: bianco fermo più strutturato, con una bell’intensità, riscontrabile sia al naso che al palato

-        Dolcetto d’Alba Doc 2020: rosso dal colore rubino scarico con riflessi violacei e una bella beva, ideale da tutto pasto quotidiano

-        Langhe Nebbiolo Doc 2019: Nebbiolo giovane con un raffinato bouquet di frutti rossi e spezie in evoluzione, al palato elegante e con buona struttura, perfetto con primi piatti con ragù di carne.

-        Barolo Docg Bussia 2016: uno dei due Cru di Marrone, rosso importante, morbido e complesso che si combina bene con diversi piatti e ottimo anche da meditazione.

Grandi vini, degni rappresentanti di un terroir altamente qualitativo: in alto i calici!